Realizzazione sito - Beppe Petrullo                                                                                                                                                                    Articolo Scritto da Maristella  Dilettoso

 
 

 

 

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                                                           Vocazione grazie a Wojtyla

Intervista : la testimonianza di don Kryzstof a un mese dalla scomparsa del Pontefice

È trascorso un mese dalle ore 21,37 del 2 aprile, quando il mondo intero si fermò scosso da un evento che, per quanto ormai atteso, ha profondamente inciso sul sentire di tutti, credenti e non, cattolici e non.

Dopo tutto quello che si è detto e scritto, nulla ci sembra si possa aggiungere per commemorare la figura di Giovanni Paolo II: il suo ricordo resterà nei cuori di molti e sicuramente nella storia, della Chiesa, dell’Europa, del mondo, che già si interroga sulla profonda svolta che egli ha impresso al corso degli eventi, ma anche sul rapporto tra la Chiesa di Roma ed il suo gregge. A un mese esatto, abbiamo voluto aggiungere una testimonianza, quella che emerge dalle parole e dai ricordi di un sacerdote polacco, giovane abbastanza da avere vissuto la svolta epocale del suo Paese, e da avere avuto la sorte di conoscere personalmente Karol Wojtyla, negli anni della sua infanzia, prima, e, più recentemente, di incontrarlo spesso per ragioni legate al suo ministero. Parliamo di don Kryzstof  Bialowas, francescano, da 6 anni in Italia, nelle Marche, attualmente a Montecerignone (PU), diocesi di San Marino e Montefeltro, dove è parroco della chiesa di san Biagio e rettore del santuario del beato Domenico Spadafora. L’abbiamo raggiunto telefonicamente, e, benché profondamente rattristato, ci ha rilasciato volentieri le sue dichiarazioni.

-         Don Cristoforo, qual è la sua città natale, dove ha compiuto gli studi e si è fatto sacerdote?

-         La mia città natale si chiama Terespol, ho studiato a Lezajsk, Cracovia e Kalwaria Zebrzydowska.

-         Se è lecito chiederlo, cosa ha determinato la sua vocazione?

-         La mia vocazione è stata determinata dal proclamare il Vangelo e dalla personalità di Papa Giovanni Paolo II, Karol Wojtyla.

-         Da quanto tempo, e come mai, si trova in Italia? Quali parrocchie ha retto all’inizio?

-         Sono arrivato in Italia il 16 gennaio 1999, invitato dai miei confratelli religiosi.  Sono stato parroco a Casteldelci (fino al 19 marzo 2000), Schigno, Senatello, Villa di Frageto, Santa Maria in Sasseto, Frageto, e viceparroco a Novafeltria dove ho collaborato con un sacerdote ottantenne, don Mansueto Fabbri.

-         Che rapporto ha con l’Italia, trova diversità tra i fedeli italiani e quelli della sua terra?

-         Non ci sono grandi differenze. Credo però che noi siamo più fedeli e più costanti nella preghiera e nel canto.

-         In quale occasione ha conosciuto Giovanni Paolo II?

-         L’ho conosciuto a Kalwaria Zebrzydowska, durante la Via Crucis.

-         Può dirci qualche ricordo personale sul Papa?

-         Questo lo racconterò quando ci incontreremo di persona.

-       Che importanza ha rivestito questa figura per Lei? e per il suo Paese?

-         Il Vicario di Cristo, e per la patria la libertà!

-         La Polonia è un Paese che ha subito tante dominazioni, senza per questo perdere la propria identità nazionale ed i propri valori. Nel secolo scorso, poi, ha subito in modo drammatico le due esperienze del nazismo e del comunismo. In che misura ritiene che questi due eventi abbiano influito sul pensiero del Papa, ad esempio sulle sue nette prese di posizione contro tutte le guerre,  sulla sua attenzione e sui suoi messaggi rivolti anche a popoli sottoposti a regimi dittatoriali, dove seppur diplomaticamente, esortava i capi di stato al rispetto della dignità dell’uomo?

-         Il Papa ha proclamato la Verità, ed essa vincerà, più presto o più tardi.

-         È vero che questo Papa ha dato alla Polonia, uscita da esperienze sconvolgenti  grande sicurezza, che è stato come un vessillo di libertà e di riscossa?

-         Sì, è vero.

-         Quando nel 1978 Karol Wojtyla fu eletto Papa, cosa ha provato? come ha vissuto la sua elezione, come cittadino polacco e come sacerdote?

-         Non lo potevo credere, ma Dio fa spesso i miracoli.

-         Qual è il messaggio, l’insegnamento che porterà con sé?

-         Vinci il male con il bene e non aver paura di Cristo.

-         Cosa le mancherà di più?

-         La voce e il sorriso del papa.

-         Pensa che dopo la scomparsa di questo Pontefice cambierà qualcosa?

-         Se la gente prenderà sul serio il suo insegnamento, certamente avremo un cambiamento al meglio.

-         Molte parrocchie in Italia sono rette da sacerdoti provenienti da Paesi dell’Est, specialmente polacchi. Questo perché ci sono pochi sacerdoti in Italia o perché ce ne sono tanti in Polonia? a cosa pensa che sia dovuto questo incremento delle vocazioni, all’effetto trainante di questo grande Papa, o alla riconquistata libertà religiosa?

-         In Italia domina il benessere, ed è per questo se i seminari sono vuoti e i giovani vogliono solo fare carriera.

-         È vero, secondo lei, come è stato detto spesso, che Giovanni Paolo II ha contribuito molto ad avvicinare la Polonia all’Europa occidentale, o che addirittura abbia voluto fortemente il suo ingresso nell’Unione Europea?

-         Sì, lui l’ha voluto, ma certamente non ha voluto una Costituzione Europea senza Dio, grazie a cui l’Europa è ancora cattolica.

-         Lei è stato presente ai funerali del Papa. Sorvolando, per discrezione, sulle sue emozioni personali, ha avuto l’impressione che quest’occasione sia stata un momento di grande pacificazione, ad esempio tra i “grandi della Terra”, proprio come Lui aveva sempre desiderato?

-         È un peccato che la gente così spesso si dimentica di questa pace…

-         C’era molta attesa per la lettura del testamento di Karol Wojtyla, soprattutto riguardo alle disposizioni per la sepoltura. Può dirci il suo pensiero in merito, come sacerdote e come cittadino polacco?

-         Il Santo Padre ha preparato tutto dall’inizio e la sua volontà deve essere rispettata.

-         Pronostici per il futuro?

-       Questo lo sa solo Dio Trino e Unico, e tutti i santi, fra i quali conteremo fra poco anche Giovanni Paolo II. Per la sua intercessione prego perché siano iniziati due processi: uno di beatificazione del nostro papa, l’altro di canonizzazione del beato Domenico Spadafora. Grazie di cuore. Non avere paura per Dio e per il nuovo papa.

Grazie a lei, don Cristoforo!

                         

                                                                                                                                    Maristella Dilettoso

La Voce dell’Jonio, n.9 del 15.05.2005